Facebook (si apre in una nuova finestra) LinkedIn (si apre in una nuova finestra) Dona ora Dona ora

Cerca nel sito

x
Home » Progetti speciali » L’esploratorio » Dietro la porta di un Luogo Neutro

Dietro la porta di un Luogo Neutro

15/07/2025

Un viaggio tra prassi, relazioni e professionalità

Di Tania Salvaderi

Dopo aver esplorato il quadro normativo e i requisiti qualitativi che definiscono il servizio di Luogo Neutro, è tempo di spostare lo sguardo sul cuore pulsante di questo lavoro: le persone, gli spazi, le scelte quotidiane che rendono possibile un incontro protetto, rispettoso e generativo tra bambini e adulti. Cosa accade davvero quando si attiva un percorso di incontri? Quali attenzioni accompagnano il lavoro degli operatori? In questo articolo firmato da Tania Salvaderi e dalla sua equipe, entreremo simbolicamente nella stanza degli incontri per osservare da vicino cosa significa accogliere e sostenere una relazione familiare in uno dei suoi momenti più fragili.

 

Lettura consigliata a: operatori sociali, educatori

 

 

La cura invisibile del lavoro educativo

Nei precedenti articoli ho illustrato alcune tra le norme internazionali che regolamentano il servizio Luoghi Neutri e i requisiti di qualità per la progettazione e la gestione di questo delicato servizio. Proviamo insieme ora ad entrare nell’ufficio della coordinatrice e poi all’interno della stanza dove avvengono gli incontri, grazie all’aiuto dell’equipe.

 

Come si attivano gli incontri?

Quali sono le buone prassi da seguire?

 

Proviamo insieme ad intraprendere questo viaggio che ci porterà a conoscere bambin* e famiglie, con cui inizieremo il percorso nel nostro servizio. La prima telefonata o mail arriva alla coordinatrice e, generalmente, il testo è il seguente:

 

 

A questo punto ci si incontra in una prima rete di presentazione, in cui sarà fondamentale la presenza dell’assistente sociale di riferimento, la psicologa del servizio che segue la famiglia e la coordinatrice del servizio Luoghi Neutri. Ma cosa avviene in questo primo momento? Assistente e psicologa raccontano la storia famigliare, specificando le ragioni per le quali viene richiesto il servizio Luoghi Neutri, presentano i componenti del nucleo con le informazioni che hanno in archivio e condividono il decreto del Tribunale. In questo momento ci si confronta anche sulla possibile frequenza e durata degli incontri. La coordinatrice, grazie a questa presentazione, incarica una educatrice dell’equipe, tenendo presente le diverse competenze e inclinazioni di ciascuna e condivide con la stessa il racconto famigliare. A questo punto coordinatrice ed educatrice stilano il calendario che deve prevedere incontri di ambientamento diversificati per genitori e famigliari incontri e bambin* e ragazz*. Molta attenzione si presta anche, in questa fase, al delicato compito dell’accompagnatore del minore che può essere un famigliare, una comunità/casa famiglia o una famiglia affidataria.  Durante il primo ambientamento con tutte le persone che poi parteciperanno agli incontri, sono presenti l’educatrice e la coordinatrice. Talvolta, se viene considerata un’opportunità, chiediamo la presenza dell’assistente sociale, ma avviene in rare occasioni, proprio per tenere separati il ruolo del servizio sociale da quello del servizio Luoghi Neutri.

 

Suona il campanello, dal videocitofono si vede solo il pon pon di un cappello. Penso: “Sarà la signora che stavamo aspettando?”. Controllo che ci sia una copia del regolamento stampata e do un’occhiata alla stanza per assicurarmi che sia libera. Prima di aprire, domando: “Chi è?” e la mamma di S. risponde: “Ho un incontro con la signora Tania”, quindi li faccio accomodare nella stanza del Servizio Luoghi Neutri. 

S. è un bambino di 4 anni, ha insistito per salire da solo le scale e appena varca la soglia spalanca gli occhi vedendo tutti i giochi presenti in stanza, ne sceglie tre e inizia a giocare seduto vicino alla madre che si accomoda sul divano.

Mentre li guardo, penso “Finalmente, dopo averne sentito parlare a lungo, eccoli qua. Ma chissà a cosa stanno pensando loro, chissà se hanno timore di me…”.

Chiedo alla signora se vuole un caffè, ma rifiuta timidamente, quindi lascio spazio alla coordinatrice del servizio che ci presenta e inizia a spiegare a S. e a sua madre la motivazione per cui siamo qui oggi. Mentre gli adulti parlano S. continua a giocare con la cucina giocattolo, io decido di avvicinarmi e gli propongo di preparare una pizza per la mamma.  

“Mannaggia, S. mi sta fissando senza rispondere. Forse ho sbagliato a fargli questa proposta?”

All’improvviso S. trova la pizza nascosta sotto al tavolino e me la mostra esclamando: “Mamma!”. Sospiro e penso “E’ andata bene!”.

A questo punto la coordinatrice, sorridendo, chiede a S. se lei e la mamma possono andare nell’altra stanza a parlare di cose noiose. S. annuisce ed io gli chiedo se gli piacciono i supereroi, ma mi risponde di no. Cos’altro posso proporgli? Avrà voglia di disegnare con i gessetti sulla lavagna? Proviamoci! 

Mi rivolgo a S.: “S. guarda cosa c’è là… una lavagnetta! Ti va di disegnare con i gessetti colorati?” S. si alza e corre verso la lavagnetta e io penso: “Pff, ce l’ho fatta!”. Ma la parte difficile deve ancora arrivare. Forza! 

Iniziamo a disegnare e S. sembra tranquillo, quindi gli chiedo: “Ti piacerebbe disegnare anche con il papà? Lo sai che la prossima volta ci sarà anche lui?”. S. non sposta lo sguardo dalla lavagna, annuisce senza aggiungere altro. Dieci minuti dopo gli propongo di fare un puzzle, appena vede la scatola del puzzle di Cars la indica e dice sorridendo: “L’ho fatto con il papà!”. 

Fra me e me penso, “Fantastico” e chiedo a S. se quando rivedrà il papà ha voglia di farlo con lui, ma non ricevo nessuna risposta. Esattamente in quel momento, la mamma e la coordinatrice tornano in stanza; S. si avvicina alla mamma abbracciandola, quindi non li tratteniamo oltre e ci salutiamo. Ora riaffiorano i pensieri. Cosa mi avrebbe risposto S.? Cosa devo aspettarmi dal primo incontro con il padre? Lo scopriremo presto…

 

Sicuramente il primo incontro di ambientamento con S. e la sua mamma ci ha messo a dura prova, ma mai quanto sederci davanti ad un pc e provare a descrivere il nostro lavoro e le emozioni che si vivono in spazio neutro. 

Durante il primo incontro di ambientamento del minore in stanza, sono presenti l’educatrice, la coordinatrice del servizio luoghi neutri e il genitore accompagnatore o l’operatrice della comunità/casa-famiglia in cui risiede il minore, oppure, se presente, la famiglia affidataria. La fase iniziale dell’ambientamento viene dedicata alla condivisione del funzionamento del servizio luoghi neutri, al ruolo dell’educatore in stanza e a come verranno svolti gli incontri. Poi viene lasciato del tempo ai presente per raccontare e chiedere qualsiasi cosa passa loro per la testa. Successivamente l’educatrice e il minore rimangono in stanza in modo da iniziare a instaurare una relazione volta a conoscersi e a strutturare il primo incontro: il minore, per esempio, racconta quali argomenti vorrebbe trattare con l’adulto incontrante, quali invece vorrebbe evitare, quali attività gli piacerebbe condividere con lui/lei. Inoltre, insieme all’educatrice pensa a come dettare la stanza, ad esempio preparare dell’acqua sul tavolo, mettere a disposizione dei fogli, colori, carte, giochi che era abituat* a condividere in passato con l’incontrante. Si occupa anche della gestione del momento dei saluti, sia iniziali che finali: ha voglia di essere abbracciato/a? 

 

Prepararsi all'incontro, costruire fiducia

L’incontro di ambientamento è anche occasione per rassicurare il minore rispetto alla possibilità di sospendere l’incontro prima del termine previsto, nel caso dovessero verificarsi situazioni eccessivamente faticose, a causa di parole, gesti, emozioni e sensazioni che possono presentarsi in stanza. In base all’età del minore e alla situazione, talvolta accade che vengono concordati veri e propri “segnali” come frasi e gesti finalizzati a comunicare all’educatrice la sensazione di malessere e il bisogno di sospendere l’incontro. Si presentano, inoltre, situazioni in cui risulta faticoso creare fin da subito una relazione tra minore e educatrice volta a facilitare l’interazione dello stesso con l’adulto incontrante; per questo motivo è necessario strutturare diversi momenti di ambientamento tra minore, educatore e, se necessario, l’adulto accompagnatore. Spesso calendarizziamo più ambientamenti quando i/le bambin* sono molto piccol* e necessitano di più tempo e cura. Nel frattempo, la coordinatrice del servizio luoghi neutri si allontana con l’adulto incontrante e, in un’altra stanza, condivide il regolamento e dedica un momento all’ascolto di eventuali timori e preoccupazioni ed eventuali domande. In questa occasione si concorda con gli accompagnatori come verrà gestito il loro arrivo presso il Servizio Luoghi Neutri nel caso in cui siano vigenti delle limitazioni che impediscono l’incontro tra i genitori. Inoltre, la coordinatrice lascia il proprio recapito telefonico al fine di agevolare le comunicazioni organizzative, come ritardi, malattie o imprevisti, e avere la possibilità di confrontarsi in merito all’andamento degli incontri.

 

 

Il momento dell’ambientamento è l’occasione per permettere al minore e all’adulto che lo accompagna di raccontare come stanno e come vivono l’inizio di questo percorso; il nostro ruolo in questa prima fase mira a cercare di far emergere dubbi, paure e preoccupazioni e di trovare insieme strategie che possano rendere il più sereno possibile il momento dei futuri incontri che avranno luogo solo dopo un’attenta valutazione da parte dell’equipe del servizio luoghi neutri. 

 

 

Quando riceviamo la chiamata di Tania che ci comunica la presentazione di una nuova famiglia, la nostra mente si riempie immediatamente di domande. Chi sarà il genitore incontrante, mamma o papà? Saranno presenti entrambi? Che tipo di storia familiare hanno? Quali saranno le modalità e le tempistiche dell’incontro? Quali sono le motivazioni che spingono a intraprendere questo percorso? Qual è il loro rapporto con i servizi sociali? Come si presenteranno?

Tania allora ci riporta la storia che le è stata raccontata dal servizio e da qui partono una serie di pensieri e confronti rispetto all’importanza della postura da scegliere.

A queste domande si aggiungono, inevitabilmente, emozioni contrastanti. Da un lato, c’è la curiosità e il desiderio di conoscere la famiglia (bambin*, ragazz* e genitori) e di costruire insieme un percorso che possa essere di supporto e facilitazione per la relazione. Dall’altro, c’è la paura di deludere le aspettative, la preoccupazione di non essere all’altezza della situazione e l’ansia su cosa potrebbe accadere durante l’ambientamento e durante il percorso in Luoghi Neutri: come reagirà il genitore alle domande che gli porremo? Cosa si aspetta da noi? Cosa sa del nostro servizio? In che modo potremo essere di supporto? Quali sono le parole da scegliere e quali assolutamente da evitare? Come stanno?

Finalmente arriva il giorno dell'ambientamento. L’attesa per l’arrivo del genitore è sempre un momento carico di tensione. Nella mente ripasso l'iter dell'incontro, il racconto del nostro ruolo e la condivisione del patto che l'incontrante e le figure presenti (educatrice e coordinatrice) dovranno firmare. Quando il genitore suona al citofono, cerchiamo di accoglierlo: lo salutiamo, ci presentiamo brevemente e gli chiediamo di accomodarsi nella stanza degli incontri. Lo accompagniamo nella stanza di spazio neutro, informandolo che torneremo a breve e invitandolo a sistemarsi dove preferisce. In quei “qualche minuto” di attesa, tutti i pensieri che avevamo costruito nella nostra mente diventano concreti, talvolta distanti dalla realtà, altre volte sorprendentemente aderenti.

Quando torniamo nella stanza, il primo ostacolo è superato e ci presentiamo al genitore. Ci poniamo in ascolto attivo e senza giudizio, cercando di lasciare spazio alle sue paure, aspettative, emozioni e dubbi. Nel frattempo, nella nostra mente cominciamo a delineare le possibili modalità per facilitare l’incontro con il figlio o la figlia, iniziando a capire quanto possa essere difficile o semplice entrare in relazione con il genitore. Questa relazione con l'adulto è, infatti, essenziale per il percorso in Luoghi Neutri. La tensione inizia a scemare, e in alcuni casi il dialogo è spontaneo e accogliente, mentre in altri può apparire più ostile e provocatorio, le emozioni sono spesso contrastanti. Mantenendo una postura accogliente, proviamo a raccontare il nostro ruolo, cercando con il genitore strategie e modalità che possano favorire un clima di serenità e fiducia, conoscendo bene però la natura coatta del servizio.

Speriamo che questo breve articolo possa trasmettere, anche solo in parte, la delicatezza, la complessità, la professionalità e le emozioni che accompagnano il percorso in Luoghi Neutri per tutti i partecipanti. Il servizio che offriamo comporta una serie di sentimenti ed esperienze difficili da spiegare a parole, ma fondamentali per garantire che ogni passo venga fatto con cura, tempo dedicato, professionalità e trasparenza.

 

 

Durante il primo incontro di ambientamento del genitore in stanza sono presenti l’educatrice di riferimento, la coordinatrice del servizio luoghi neutri e il genitore incontrante, è buona prassi informare il genitore che l’incontro deve essere svolto senza coinvolgere altri familiari. Inizialmente ci presentiamo vicendevolmente, chiarendo il nostro ruolo e quello della coordinatrice del servizio, chiediamo al genitore cosa l’assistente sociale ha rimandato in merito al servizio luoghi neutri e successivamente creiamo un dialogo in merito a dubbi, aspettative, emozioni e quando possibile condividiamo il decreto sottolineando l’importanza di rispettare quanto prescritto. È fondamentale per noi educatori confrontarci con il punto di vista del genitore riguardo la storia familiare e le motivazioni che li hanno condotti in luogo neutro, mantenendo come fulcro centrale la relazione con il minore ponendoci in ascolto attivo e non giudicante. La coordinatrice lascia il proprio recapito telefonico e il calendario al fine di agevolare le comunicazioni organizzative, come ritardi, malattie o imprevisti, e avere la possibilità di confrontarsi in merito all’andamento degli incontri. Se l’ambientamento del minore è avvenuto precedentemente a questo incontro, raccontiamo e condividiamo con il genitore quanto emerso. Lasciamo spazio al minore di proporre attività/argomenti (previo accordo con il servizio inviante e l’educatore di riferimento) da poter svolgere e trattare all’interno del Luogo Neutro per facilitare la relazione con il minore e per agevolare un clima disteso in un ambiente nuovo per entrambi. A questo punto insieme al genitore avviene la lettura del regolamento, specificando che si tratta di regole standard. E’ essenziale l’accettazione e le firma per poter iniziare il percorso, per questo chiediamo che qualsiasi dubbio venga esplicitato per essere chiarito durante questa fase iniziale per evitare qualsiasi fraintendimento futuro.

È importante utilizzare parole chiare e semplici per comunicare al genitore che, oltre al suo ruolo di mediatore, sostegno, accompagnatore e facilitatore nella relazione con il figlio o la figlia, noi abbiamo anche il diritto/dovere di interrompere l’incontro nel momento in cui il minore si trovi in una situazione stressante e non tutelante. Questo può accadere, ad esempio, in presenza di argomenti molto delicati non concordati che compromettono il benessere del bambino, di atteggiamenti verbali e/o fisici aggressivi, o in caso di alterazione dovuta all’uso di alcol o sostanze. Talvolta, per via del proprio vissuto, il genitore può percepire il Luogo Neutro come una punizione o una costrizione, mostrando difficoltà ad accettare il ruolo dell’educatore e l’intervento del servizio sociale. Questo può tradursi in atteggiamenti ostili durante il colloquio, con la tendenza a contestare ogni punto del regolamento. Per questo motivo, è fondamentale porsi in modo accogliente e non giudicante, rassicurando il genitore sul fatto che la nostra presenza non sarà invadente né interferente nella relazione con il minore, ma al contrario sarà un supporto utile e una risorsa per facilitare la relazione.

 

In questo articolo abbiamo provato, non senza fatica, a trasferire tutti i pensieri, i ragionamenti, il lavoro e le emozioni che si muovono all’interno del Servizio Luogo Neutro. 

La parte forse più complessa, persino più del nostro lavoro quotidiano, è stata mettere nero su bianco le nostre buone prassi nella fase iniziale del servizio, quella degli ambientamenti. Un esercizio che ci ha spinto a semplificare e chiarire, non solo per chi ci legge, ma prima di tutto per noi stesse.

 

Siete curiosi di proseguire il viaggio con noi? Nel prossimo articolo l’equipe proverà a raccontarvi la prosecuzione del percorso nei Luoghi Neutri, condividendo con voi alcune storie che abbiamo incontrato.

 

GLI APPUNTI DELL’ESPLORATORIO

Questo articolo è nato dall’ascolto reciproco, dalla riflessione condivisa e dal desiderio di dare voce a ciò che ogni giorno accade, spesso in silenzio, nelle stanze dei Luoghi Neutri.

Un lavoro corale, fatto di pensieri, confronti, domande e tentativi, che ha preso forma grazie all’impegno e alla professionalità di chi quotidianamente accompagna bambini e famiglie in uno dei passaggi più delicati della loro storia.

L’esploratorio ringrazia tutte le mani, le teste e i cuori che hanno reso possibile questo contributo: Tania Salvaderi, Alessandra Agolini, Dora Dadda, Giulia Marescotti, Federica Toscani, Rebecca Viviani.

 

esploratorio

Sostieni i nostri progetti

Il mosaico - Dona ora

Grazie al tuo aiuto possiamo fare molto per le persone e la comunità: ogni tassello è importante per noi!

Dona ora

Rimani aggiornato sulle nostre attività

(max. 2 newsletter al mese)