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STUPORE E MERAVIGLIA

15/04/2023

Di Paola Denti

In questo articolo di Paola Denti andremo ad approfondire i concetti di stupore e meraviglia, cercando di capire perché sono così importanti per i bambini nella fascia 0-6, ma anche per gli adulti che li accompagnano nel loro percorso di crescita. Troveremo alcuni spunti per creare stupore ed esempi di meraviglia tratti dalla scuola dellinfanzia.

Lettura consigliata a:  genitori, educatori, insegnanti 

 

 

I superpoteri di adulti e bambini.

Nel mio articolo precedente  avevamo appena accennato all’importanza della meraviglia e dello stupore. Oggi voglio iniziare questo nostro incontro insieme con una domanda: sappiamo ancora meravigliarci insieme ai bambini? Prima di rispondere, andiamo ad approfondire meglio questi concetti, partendo proprio dall’aspetto etimologico, analizzando le definizioni di queste due parole per rinfrescarci la memoria sul loro significato...

 

STUPORE: s.m. [dal latino stupor-oris, der. Di stupēre = stupire] forte sensazione di meraviglia e sorpresa, tale da togliere quasi la capacità di parlare e agire.

MERAVIGLIA: (tosc. o letter. MARAVIGLIA) s.f. [lat. Mirabilia, propr. cose meravigliose] sentimento vivo e improvviso di ammirazione, di sorpresa che si prova nel vedere, udire, conoscere cosa che sia o appaia nuova, straordinaria, strana o comunque inaspettata.

 

È importante che stupore e meraviglia vengano coltivati dagli adulti, così da poter poi predisporre ambienti ideali per accompagnare i bambini a rafforzare questi sensi. Come adulti predisposti al senso della meraviglia, ci apprestiamo ad organizzare spazi in grado di aiutare il bambino ad esercitare questo senso, proprio come fosse un muscolo! Consideriamo dunque, la meraviglia, come un muscolo che, se ben sviluppato, porta anche ad un notevole benessere generale.

 

Come diventare dei master in meraviglia? 

Partiamo da uno dei principi fondamentali: prendersi del tempo. Per coltivare questo senso è necessario ritagliarsi del tempo, da dedicare ad esempio ad una passeggiata in natura, per rimanere in contemplazione di un tramonto, oppure per osservare le onde del mare che si infrangono sul bagnasciuga, il volo nei nostri cieli delle cicogne e molti altri dettagli che non sempre ci ricordiamo essere un ottimo punto di partenza per allenarci allo stupore. Questi citati sono alcuni esempi che valgono per me, ma sicuramente ognuno di noi può trovarne altri lasciandosi guidare dallo scenario attorno a sé. 

“Gli adulti mostrano con il loro esempio lo stupore, il modeling è potente. Educhiamo più con quello che siamo, che con quello che diciamo o facciamo” 

S. Iaccarino “Coltivare meraviglia”

 

La meraviglia nei bambini

Se vogliamo essere portatori di meraviglia, tramandando i nostri segreti ai più piccoli che fanno parte delle nostre vite, vale la stessa regola di base: come per gli adulti, anche i bambini hanno bisogno di tempo. Un tempo reale, senza fretta, che permetta loro di osservare e ricercare, un tempo che possa anche portare alla noia, da cui però, spesso, si generano idee fantastiche e molto creative! 

 

Creare un ambiente adatto

E’ importante prestare la giusta attenzione all’environment in cui i più piccoli sono chiamati ad esercitare i loro super poteri di stupore e meraviglia. E' bene che l’ambiente che li circondi sia curato e rassicurante: solo in una base sicura il bambino si sentirà pronto ad affrontare l’esplorazione e a giocare in maniera tranquilla. In sostanza, dobbiamo prestare attenzione alla preparazione di un “luogo” in cui il bambino parta alla scoperta della realtà attorno a sé e al quale può tornare in qualsiasi momento ne senta il bisogno.

 

Gli spazi che prepariamo possono accogliere del materiale destrutturato… ne avete mai sentito parlare?

Vediamo insieme di cosa si tratta:

E’ buona regola prediligere materiali di recupero (come tappi in sughero o rotoli di cartone), giochi in legno (costruzioni, mandala, mattoncini, anelli), oggetti di uso quotidiano (mestoli, coperchi, ciotole) e tutti quegli oggetti che non hanno immagine o regole predefinite o che se usati nel contesto del gioco non devono mantenere la loro funzione di origine. Quest’ultimo punto è molto importante e lascia spazio all’immaginazione dei più piccoli: davanti ad un elemento destrutturato e non riconducibile ad una apparente funzione, il bambino tende ad esercitare un simbolismo con ciò che è abituato ad osservare; ed ecco che un legnetto diventa un omino, un pezzettino di stoffa la sua coperta, il coperchio di un barattolo diventa uno strumento musicale, e così via… 

TIPS: per questo scopo, evitiamo il più possibile i materiali plastici o i giochi “commerciali” costruiti da menti adulte, con funzioni finali specifiche che non lascerebbero spazio a questo tipo di sperimentazione.  Oltre alla predisposizione degli spazi, che possono essere le aule di una scuola dell’infanzia, di un nido o la cameretta di casa, il luogo privilegiato per far esplodere meraviglia e stupore è… fuori, all’aria aperta!

Osservare e toccare differenti texture di origine naturale, ascoltare i rumori che i materiali producono, come si incastrano fra loro o come si respingono, sono tutte attività importanti per allenare i super poteri che stiamo prendendo in oggetto.

 

L’ingrediente segreto

Fin qui abbiamo detto che per esercitare stupore e senso della meraviglia ci serve un tempo senza fretta e uno spazio curato, ma l’ingrediente segreto per far funzionare questa ricetta sto per dirvelo ora: il cuore! Certamente, direte voi, metterci cuore è l’ingrediente che rende tutte le ricette un successo! In particolare in questa missione “metterci il cuore” significa instaurare una relazione con il bambino: l’adulto dovrebbe porsi in un atteggiamento “maieutico”, ovvero spronando il bambino a trovare le risposte in maniera naturale e autentica, magari aiutato da domande che lo portino  a seguire un percorso di risposta, come fossero piccoli indizi che lo conducono a raggiungere la verità e a risolvere un mistero o un enigma.

TIPS: è importante cercare di accompagnare i bambini nelle loro ricerche, senza mai sminuire ciò che viene detto. E’ un po’ il principio del “brainstorming” (dall’inglese “tempesta di cervelli”) a cui si rifanno i creativi delle grandi aziende: in questa fase è vietato giudicare, ogni idea è uno spunto possibile da inseguire. 

Pensieri come ciliegie, una tira l’altra e, si sa, da cosa nasce cosa!

 

Passare all’azione: il coinvolgimento

Il coinvolgimento con i bambini deve essere gentile e disinteressato, dobbiamo essere noi adulti per primi ad esplorare, lasciando grande spazio ad una frase cruciale: “non lo so, ma possiamo scoprirlo insieme!”. È una frase davvero potente in grado di aprire strade e infiniti percorsi di ricerca. 

Un bambino, per avere l’energia necessaria per osservare e vedere tutta la bellezza che ci circonda, necessita di fare il pieno al proprio “serbatoio affettivo”. Provate ad immaginare la scorta di affetto e attenzioni di cui ogni bambino può avere il bisogno, come fosse una tanica o un serbatoio che mette in moto la macchina dell’energia e tiene in autonomia la felicità del bambino. Ogni bambino riempie il proprio serbatoio affettivo assieme alle sue persone di riferimento, attraverso il tempo di qualità che trascorre con esse, sia che gli venga raccontata una storia, sia che venga coinvolto nella preparazione della merenda. Dunque, teniamo presente che per favorire l’esplorazione e la ricerca è necessario che questo serbatoio sia pieno

TIPS: il serbatoio può essere riempito attraverso il contatto fisico, con momenti speciali, magari una lettura accoccolati sul divano o una merenda insieme. Anche attraverso parole di incoraggiamento o con atteggiamenti gentili. 

 

 

Ora che abbiamo affrontato un po’ di - passatemi il termine - parte teorica, voglio mostrarvi la documentazione che ho raccolto sul campo. In quanto educatrice professionale presso la scuola dell’infanzia Robirò di Zelo Buon Persico (LO) gestita da Il Mosaico servizi, ho continuamente modo di vivere esperienze esplorative con i bambini che seguo. Tutte queste esperienze partono dal gioco, elemento fondamentale per i bambini nella fascia 0-6 anni. Come ci insegna Lewis Carroll in “Alice nel paese delle meraviglie: “Perché so benissimo anche io, come lo sai tu, che giocare è una cosa seria. La cosa più seria che esista al mondo!”

 

ARCHEOLOGIA - Una volta D. ed E., di soli 5 anni, hanno fatto una grandiosa scoperta, che ho dovuto per forza fotografare: ecco il ritrovamento di ossa di dinosauro, con ricostruzione dello scheletro!

 

ARCHITETTURA NATURALE - Mentre D. e M. (5 anni), si sono scoperti appassionati di architettura, costruendo il prototipo di una casa al mare con spiaggia e scogliera…

 

ILLUSTRAZIONE BOTANICA - L., 5 anni, ha dedicato il suo tempo per scoprire come disegnare un albero:i  l libro “Come si disegna un albero” di Bruno Munari era a disposizione dei bambini da diversi giorni. Così L., partendo da un suo interesse, decide di prenderlo e di fare una copia dell’albero, seguendo il disegno davanti a sé.

 

Esperimenti

Una mattina usciamo in giardino. I bambini fanno una scoperta meravigliosa: all'interno delle ruote si è formato il ghiaccio! Lo prendono in mano e ne esplorano la consistenza: è liscio, freddo, lucido. Scoprono poi, che quando viene gettato a terra si frantuma, creando altri innumerevoli pezzi.

Il giorno successivo, parliamo di questa scoperta:
P.: "Cosa avete trovato ieri?"
G.: "Il Ghiaccio!"
P.: "Ma secondo voi come si forma il ghiaccio?"
G.: "La neve diventa ghiaccio"

C. ha una sua teoria:
C.: "Il ghiaccio forse si forma con l'acqua e poi si fa indurire"
D.: "Poi piano si scioglie"
P.: "Possiamo provare a fare anche noi il ghiaccio? Cosa ci serve?"
C.: "Acqua"

Insieme decidiamo di versare l'acqua in una ciotola; G. e C. la portano fuori e attendiamo di scoprire cosa succede. La mattina seguente, non troviamo più l'acqua nel recipiente, ma facciamo un'ulteriore importante scoperta, ovvero che in una pentola della "cucina di fango" c'è una tartaruga giocattolo incastrata nel ghiaccio.

Partono subito nuove proposte:
F.: Dobbiamo far uscire la tartaruga! Serve che la mettiamo al sole così il ghiaccio si scioglie!"
D. "Nooooo!!! Serve il caldo!"
F.: "Appunto: il sole è caldo!"

Aspettiamo di scoprire cosa succederà. Dopo alcuni giorni, F. e D. vanno a controllare ed effettivamente il ghiaccio si è sciolto e la tartaruga è stata liberata.

 

L’esplorazione della luce

Un giorno, preparando un esperimento per verificare le ipotesi sulla formazione del ghiaccio, i nostri piccoli esploratori hanno osservato un altro fenomeno naturale: avevamo a che fare con brocche di acqua e all’interno dell’aula entrava un bel sole attraverso le vetrate. A quel punto, sul pavimento della classe nasce un piccolo arcobaleno. Lo stupore generale è stato immediato!

P.: "Ma come è successo?”
R.: "E' stato il cielo!"
D.: "E' stata la luce della bottiglia che l'ha copiato!”

La luce torna protagonista per meravigliarci ancora nel pomeriggio, quando un raggio di sole entra dalle finestre e va a colpire la sfera ricoperta di specchietti. Sguardi stupiti guardano il riflesso sui muri e sul soffitto.

C.: "S.! Guarda che bello!”

S. gira la palla e "i puntini luminosi" si muovono veloci.
G. e C. rincorrono il vortice di luce. Trascorre qualche minuto e l'ombra fa capolino.

C.: "S. gira ancora la palla dai! Voglio prenderli ancora!"
S.: "Non è più possibile."
C.: "Perché?"
S.: "Prova ad osservare..."
C.: "Forse non va più, perché fa freddo?"
S.: "Potrebbe, si! - Sposta la palla un po' al sole per il confronto.
C.: "Anzi no! C'è l'ombra, ecco perché!”

Il giorno successivo i "puntini luminosi" ricompaiono…
P.: "Cosa c'è?"
F.: "Delle palline."
P.: "Fatte di cosa?"
F.: "Di Sole!”
Facciamo così girare nuovamente la palla, creando un vortice di luci che i bambini provano a prendere.

Trascrizione di “L'esplorazione della luce”,  Sezione Azzurra Robirò - A.S. 2021-2022

 

La meraviglia è strettamente legata alla creatività e favorisce la curiosità che porta poi all’apprendimento. Un apprendimento che, nato e nutrito dall’interesse del bambino stesso, si sedimenta e rimane. Allenando creatività e curiosità si permetterà ai bambini di sperimentare e acquisire la capacità del “problem solving” e l’utilizzo di un pensiero critico. 

 

“Insegnami ad amare la conoscenza, rispettare il diritto alla meraviglia e allo stupore. Il diritto a crescere senza fretta, senza dover dimostrare, senza bruciare le tappe. Sostenere il non lo so, il dubbio, l’ipotesi, la ricerca che si insinua nelle domande. È al bambino curioso che interroga le cose, che noi dovremmo sempre rivolgerci. Ed è l’adulto esploratore che non ha paura di dire non lo so e cerca nuove strade, che dovremmo ricercare in noi. Così si nutre il piacere della conoscenza, quella che si attraversa nel profondo, ti emoziona, ti entusiasma, la conoscenza che ti coinvolge a 3 anni come a 8 e a 15 e a 90, la conoscenza che non smetterà mai di sorprenderci”

Tratto da “Puoi costruire per me una scuola gentile?” - H. Dentale

 

GLI APPUNTI DELL’ESPLORATORIO

Attività: dedicare almeno 20 minuti al giorno per allenare il senso della meraviglia e dello stupore passeggiando nella natura, oppure ascoltando musica, oppure ammirando opere d’arte. 

Ispirazione: Meraviglia - Il gioco tra arte e scienza” dal 4° Convegno Nazionale di Percorsi Formativi 0-6 In particolare i contributi di:

  • H. Dentale “L’arte di meravigliarsi attraverso il gioco del teatro”
  • D. Corradi, S. Vigoni “Raccontare meraviglia, ovvero rendere straordinario l’ordinario e…”
  • S. Iaccarino “Coltivare meraviglia”
  • C. Castoldi “Immersioni di meraviglia” 

Libro: “Fuori - Suggestioni nell’incontro tra educazione e natura”, M. Guerra

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