Di Francesca Tassano
Nel contesto del nido d’infanzia Peter Pan di Zelo Buon Persico (LO), prende forma un progetto educativo che mette al centro l’esplorazione sensoriale, il corpo in movimento e la relazione tra bambini, materiali e adulti. A raccontarlo è Francesca Tassano, atelierista, che in questo articolo descrive un approccio pedagogico in cui arte, percezione e scoperta si intrecciano in modo armonico.
Lettura consigliata a: educatrici, educatori, insegnanti, genitori
Come atelierista il mio obbiettivo principale è quello di predisporre un ambiente di lavoro in cui attraverso la relazione “bambini – ambiente – materiali — adulti” possano essere veicolati contenuti e apprendimenti progettando percorsi che aprano alla partecipazione attiva dei bambini e delle bambine assieme alle figure educative di riferimento.
Qui parlo dell’atelierista e del suo lavoro che è strettamente legato al mondo dell’arte fino a comprenderne sia gli aspetti legati alle più note pratiche artistiche generalmente conosciute che quelli, più vicini all’arte moderna e contemporanea, legati alla relazione dell’individuo con l’ambiente e ai modi in cui gli artisti traducono questa relazione. Questo legame si traduce nel predisporre progetti che contemplino azioni, allestimenti, proposte ispirate al mondo dell’arte a tutto tondo, comprendendo quindi anche l’utilizzo del corpo, dei sensi del pensiero.
In questo contributo intendo raccontare un progetto che sto portando avanti assieme alle educatrici del nido Peter Pan di Zelo Buon Persico (LO).
I bambini e le bambine al nido esprimono una relazione attiva con l’ambiente e i materiali presenti negli spazi, con le proposte delle educatrici e con gli altri bambini e bambine; il loro approccio è prevalentemente fatto di azioni, di corpo, di tatto, di utilizzo dei sensi. Quindi ho pensato di portare un’attività che comprendesse l’utilizzo del corpo ma che avesse anche una buona componente sensoriale e desse loro la possibilità di esprimere azioni personali e uniche sentendosi accolti e liberi, contemplando sempre l’opportunità della relazione con gli altri bambini e bambine, con l’educatrice e l’atelierista.
La carta ci è sembrato un materiale adatto allo scopo: è facilmente reperibile, è molto versatile, ne esistono tantissime tipologie, se ne trovano tantissimi formati e tanti se ne possono creare, presenta la possibilità di offrire gradi differenti di manipolazione e conseguente notevole numero di azioni legate alle diverse possibilità di maneggiare questo elemento. Presenta anche caratteristiche tattili, olfattive e sonore che contribuiscono a far sì che l’esperienza con la carta sia “sentita” in maniera abbastanza completa coinvolgendo la maggior parte dei sensi.
Usare un materiale “destrutturato”, cioè un materiale che non ha in sé una definita e inequivocabile destinazione d’uso, permette di lavorare con bambine e bambini attraverso la ricerca attiva, ponendosi tutti: educatrici, bambine, bambini e atelierista sullo stesso piano nel non sapere a priori come entrare in relazione con esso. Nell’allestire un’attività con questi elementi ci sono alcuni accorgimenti da tenere presente: lo spazio in cui si agisce deve essere uno spazio vuoto per evitare che i bambini e le bambine si distraggano, i materiali non devono essere presentati in tanta varietà nello stesso contesto in modo da favorire una concentrazione più continuativa sulle poche tipologie scelte e così anche i colori e le tinte devono essere il più possibile ridotte sempre per alleggerire visivamente l’ambiente e permettere azioni legate il più possibile alla peculiare natura del materiale utilizzato, occorre anche pensare a qualche semplice azione che i bambini possono compiere per iniziare l’attività e inserire nell’allestimento elementi che possano essere usati per questa prime azioni fatte per “rompere il ghiaccio” iniziale. Abbiamo deciso di partire con la proposta di usare la carta velina, per le sue caratteristiche legate alla leggerezza, alla facilità di strappo, alla sonorità. L’idea alla base della proposta era quella di avvicinare i bambini e le bambine al gioco con il materiale destrutturato per cui abbiamo presentato pochi e semplici materiali come tubi, rocchetti, tappi, fasciati con questo tipo di carta in modo da lasciare i bambini e le bambine liberi di spacchettare e giocare interagendo con gli elementi scartati.
La presenza dell’educatrice e dell’atelierista assieme ai bambini e alle bambine consente la partecipazione collettiva all’evento garantendo l’osservazione e l’ascolto dei piccoli e il rilancio delle azioni spontanee di bambine e bambini attraverso domande, interazioni, aggiunte permettendo all’esperienza di progredire rispettando le naturali esigenze scaturite dal piccolo gruppo di bambini e bambine coinvolti al momento nell’attività.
Da qui successive proposte a tema sempre con la partecipazione di piccoli gruppi di bambini aggiungendo elementi nuovi come luce, elementi sospesi, fogli di grandi dimensioni.
L’osservazione e partecipazione dell’adulto si concretizza poi nella documentazione dell’attività in modo da estrapolare un racconto utile per comunicare l’esperienza alle famiglie e avere una base di confronto tra educatrici e atelierista utile al divenire del lavoro.
RELAZIONE CARTA-MANO - Fragilità, elasticità, piacevole, si può grattare, liscio, rugoso, duttilità…
RELAZIONE CARTA-CORPO - Coperta, cingere, cappello, letto, infradito, rotolare, nascondersi…
RELAZIONE CARTA-MATERIALI - Si infila, sopra, sotto…
RELAZIONE CARTA-LUCE - Forma, ombra, filtrare, sagoma…
COSA ESPRIMONO I BAMBINI - Parole e dialoghi.
AZIONI AUTONOME CON GLI STESSI MATERIALI - Svolte in ambienti quotidiani.
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