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VERSO LA POETICITA’

15/09/2023

Di Francesca Tassano

La nostra atelierista Francesca Tassano inizia questa seconda stagione con un nuovo intervento della rubrica Rotte Creative, ricco di propositi poetici e percorsi estatici.

Lettura consigliata a: genitori, educatori, insegnanti, aspiranti al vivere poetico

 

 

 

E' settembre anche per le nostre “Rotte creative”, e a settembre, si sa, si riparte! 

Da febbraio 2023 curo questo contenitore virtuale con l’intenzione di parlare di creatività, o meglio, con l’intenzione di trovare il pretesto per cercare coordinate, trovare strumenti, esplorare pensieri ed esperienze intrecciate nel delineare un’idea di creatività che, come ho scritto nell’articolo Quello che luccica, non è solo considerata capacità esclusiva dell’espressione artistica, ma una vera e propria risorsa con caratteristiche generative applicabile in tanti ambiti e per la quale, qui, proviamo a tracciare rotte utili a insegnanti, educatori, genitori, nel trovare suggerimenti, ma anche nuovi modi di guardare, capire, cambiare, rigenerare le proprie pratiche abituali.

Immersa nell’idea di CERCARE MODI INCONSUETI DI APPROCCIO AL QUOTIDIANO, per la seconda stagione de L’esploratorio che riparte questo mese, sono portata ad aprire un nuovo filone di “ricerca”. Negli articoli della prima stagione abbiamo ritracciato a grandi linee dei legami fra contesto educativo, complessità, apertura e creatività; legami che spero siano serviti a indurre domande, incuriosire, dare origine e innestare nuove prassi tra le consuete dinamiche professionali e/o relazionali.  I miei contributi in questo percorso sono stati e continueranno ad essere proposte di lettura e di esperienze, soste di pensiero che si muovono parallelamente al continuo desiderio di esplorare la relazione tra individuo e ambiente, tra elementi e contesto, tra individui. Da ora in avanti, per questo nuovo anno, proverò a solo a rinnovare il tema di fondo e cambiare punto di osservazione delle relazioni accennate in precedenza.

 

Cercare il nuovo nel consueto non è né semplice, né immediato!

A tal proposito, ho raccontato qualcosa qui ed è per questo che sono tentata di spingermi in questa direzione e indagarne le posture, gli sguardi, i canali di percezione attraverso i quali viviamo esperienze e relazioni, ma anche e soprattutto cercare stimoli, domande, esperienze che ci aiutino ad implementare le nostre capacità di osservazione fino a ribaltare le abitudini comportamentali, ampliando la sensibilità per riuscire a cogliere ciò che ancora non riusciamo a vedere.

Il mio pensiero va spesso alla poesia, credo che possa essere un sentiero interessante da intraprendere insieme a questo punto del nostro percorso. Penso che tendere a vivere poeticamente possa aiutare a rinnovarsi, ma come si vive poeticamente? In realtà non lo so, credo abbia un legame profondo con il nostro essere umani e il percepire la meraviglia; l’inizio di questo nuovo cammino potrebbe introdurre proprio questo. Mi salta alla mente uno scritto di Annamaria Testa che ci può condurre nella dimensione della meraviglia, di cui riporterò qui solo un piccolo assaggio riguardante gli effetti benefici del meravigliarsi:

 

<< Diversi studi recenti si stanno concentrando sugli effetti benefici delle “passeggiate della meraviglia” (awe walks). Una ricerca pubblicata a fine 2020 dimostra che una quotidiana “passeggiata della meraviglia” riduce il senso di insoddisfazione, ansietà e tristezza negli anziani in buona salute. La cosa non succede nel gruppo di controllo, che pure passeggia, ma in contesti differenti, senza guardarsi attorno e pensando ai fatti suoi. Una cosa curiosa: ai membri di entrambi i gruppi viene chiesto di scattare foto. È ricorrente il fatto che chi sperimenta la meraviglia scatti immagini in cui è dominante il contesto e l’essere umano appare significativamente più piccolo. >>

 

Vi consiglio di leggere l’articolo completo, lo trovate qui.

 

Termino, ma in realtà segno una partenza, con il poeta Lawrence Ferlinghetti, e l’invito a iniziare a cercare la nostra poeticità, nei prossimi appuntamenti avremo modo ancora di avanzare insieme su questo terreno.

A presto!

 

Sfida per giovani poeti 

Inventate un linguaggio che tutti possano capire.

Arrampicatevi sulla Statua della Libertà.

Cercate di raggiungere l’irraggiungibile.

Baciate lo specchio e scrivete quello che vedete e udite.

Ballate con i lupi e contate le stelle, incluse le invisibili.

Siate ingenui, innocenti, non-cinici, come se foste appena atterrati sulla terra (come in realtà siete, come in realtà noi tutti siamo), sbalorditi da quello su cui siete stati scagliati.

Scrivete viventi quotidiani.

Siate il reporter dallo spazio esterno, che inoltra dispacci a qualche supremo caporedattore che creda alla rivelazione totale dei fatti e abbia scarsa tolleranza per le stronzate.

Scrivete un poema infinito sulla vostra vita sulla terra o altrove.

Leggete fra le righe dei discorsi umani.

Evitate la provincia, mirate l’universo.

Pensate soggettivamente, scrivete oggettivamente.

Pensate pensieri lunghi in frasi brevi.

Non frequentate laboratori di poesia, ma se lo fate, andateci non per apprendere “come” ma per imparare “cosa” (Cosa è importante scrivere).

Non prostratevi davanti a critici che non abbiano scritto essi stessi grandi capolavori.

Resistete molto, obbedite meno.

Liberate segretamente ogni essere in gabbia che vedete.

Scrivete brevi poesie con voce d’uccelli.

Rendete le vostre liriche davvero liriche.

Il canto degli uccelli non è fatto da macchine.

Date alla vostra poesia ali per volare sulle cime degli alberi.

Il detto di William Carlos Williams “Non idee se non nelle cose” va bene per la prosa, ma stende un peso morto sul lirismo, dal momento che le “cose” sono morte.

Non contemplatevi l’ombelico in poesia pensando che il resto del mondo penserà sia importante.

Ricordate tutto, non dimenticate nulla.

Lavorate su una frontiera, se riuscite a trovarne una.

Frequentate poeti che pensano. Sono difficili da trovare.

Coltivate la dissidenza ed il pensiero critico.

“Il primo pensiero è il pensiero migliore” è forse detto che non fa al caso della più grande poesia.

Il primo pensiero potrebbe essere il pensiero peggiore.

Cosa vi preoccupa? Cosa avete in mente?

Aprite la bocca e smettete di mangiarvi le parole.

Non abbiate una mente così aperta che il cervello vi cada giù.

Mettete in discussione tutto e tutti.

Siate sovversivi, mettendo in dubbio costantemente la realtà e lo status quo.

Siate poeti, non affaristi.

Non soddisfate, non assecondate, specialmente non un possibile pubblico, lettori, redattori o editori.

Uscite allo scoperto, fuori dall’armadio.

È buio lì dentro.

Aprite le tende, spalancate le imposte, alzate il tetto, svitate le serrature delle porte ma non buttate via le viti.

Impegnatevi in qualcosa al di fuori di voi.

Siate militanti. O Estatici.

Essere poeti a sedici anni vuol dire avere sedici anni, essere poeti a quaranta vuol dire essere poeti.

Siate entrambe le cose.

Svegliatevi e fate pipì, il mondo è in fiamme!

Vi auguro una bella giornata.

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