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L’INVISIBILE DI CIASCUNO

15/01/2024

Di Francesca Tassano

Una nuova “Sosta” tra le rotte creative per concedersi tempo a cura di Francesca Tassano, insieme a domande che spronano alla riflessione e a un piccolo ripasso sul percorso degli scorsi mesi…

Lettura consigliata a: insegnanti, educatori, genitori, cercatori di nuovi sguardi

 

 

Con i miei interventi di questa nuova stagione dell’esploratorio sto provando a consegnare ai lettori della mia piccola rubrica delle chiavi di lettura e ricerca possibili per entrare in contatto con la poeticità per cercare di trasportare nella relazione quotidiana con possibili allievi, colleghi o amici, uno sguardo, una postura, un ascolto poetico. Scrivere di questo aiuta anche me stessa a districare questo tema, che parte da un’intuizione e da una domanda:

 

PUO' LA POESIA CONTRIBUIRE AD AGGIUNGERE SIGNIFICATI, AIUTARE AD ENTRARE IN COMUNICAZIONE E TROVARE SINTONIE CON NOI STESSI E CON LE PERSONE PRESENTI NEL NOSTRO QUOTIDIANO?

A tal proposito vorrei consigliare un sentiero di contenuti pubblicati negli scorsi mesi e che parte dalle azioni poetiche proposte da Lawrence Ferlinghetti e riportate nell’articolo “Verso la poeticità” a che si snoda in un consiglio di lettura che ha a che fare col vivere poeticamente nell’articolo  “Guardare pacificamente” , per approdare nell’incontro con possibilità pratiche di lavoro con la poesia nei contesti educativi, emerse nell’intervista a Silvia Geroldi in “Storie di cartopoetica” .

Da qualche parte ho letto che “la poesia si sporge sull’invisibile”. Questa frase mi è rimasta impressa e ho pensato all’invisibile che si cela dentro di noi, ma anche quello che si cela negli altri: siamo abbastanza liberi per riuscire a sporgerci sul nostro invisibile? Siamo in grado di creare un contesto in cui riusciamo a percepire l’invisibile degli altri? Che legame c’è tra la libertà e il mostrare l’invisibile?

In questa Sosta lascio spazio agli interrogativi e al tempo di tornare a leggere gli spunti precedenti; personalmente sono stata folgorata dalla domanda che Silvia Geroldi ha posto tutti noi nell’intervista che le ho fatto. Una domanda che mi pongo sempre come atelierista/insegnante:

UN BAMBINO LIBERO è UN BAMBINO CHE CI PIACE?

Con questo interrogativo che lascia spazio a riflessioni vi lascio. Mi fermo con la scrittura, ma il pensiero si muove sempre alla ricerca di sentieri poetici da condividere con i bambini che seguono gli atelier che propongo e con chi si sofferma sulle mie parole.

Buon anno!

 

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